Descrizione
Massimo Morasso, Psicomachia - giugno 2025
Odio le trame. Proprio non m’interessano. Sono le cose meno intriganti di un libro. Per come la vedo io, sono delle noie per me che dovrei concepirle, farle “quadrare” e renderle appassionanti per accalappiare i lettori, e delle prese per i fondelli per chi legge. Cosa c’è di più bello per un lettore, e quindi per un essere umano che ha deciso finalmente d’affidarsi, e di passare un po’ di ore insieme a un altro essere umano che ha scritto qualcosa, di lasciarsi prendere per mano dalle sue divagazioni, fiducioso che gli torneranno buone, non solo per commuoversi, ma anche per capire? […]
Si scrive, piuttosto, a quel livello, in un certo tipo di scritture, per tentare di trovare un punto impersonale della mente in cui chi scrive scompare da se stesso e si mette a guardare – e, intanto, in punta di tastiera, fa (per così dire) le linguacce alla morte. […]
Si tratta, insomma, a quel livello, di fare all’incirca come chi, nei quadri manieristi, da un angolo della tela indica la scena raffigurata a chi l’osserva e fa, così, da tramite fra il quadro e lo spettatore, ponendoli in un rapporto che è immediato esattamente per quanto è equivoco. Si tratta di un espediente psico-artistico piuttosto interessante, non ne convenite anche voi?
(Estratto da M.M., Psicomachia, pp. 70-71)
Massimo Morasso è nato a Genova nel 1964. Germanista di formazione, ha pubblicato una ventina di libri, fra prose di taglio saggistico e narrativo, monografie critiche, raccolte di versi e traduzioni poetiche da tedesco e inglese. Psicomachia è il quinto e ultimo capitolo di Unus Mundus, la pentalogia automitobiografica che ha scritto fra il 2015 e il 2019. Di Unus Mundus, per i tipi di Lamantica, sono già usciti Fantasmata (2017), Kafkegaard (2018), Le Indie di Genova (2019) e Il sogno di Zhuangzi (2022).
Ph. Lamantica Clic