Descrizione

Stathis Intzes, Mina e altri racconti, Traduzione di Giulia de Paola - aprile 2024

I brevissimi racconti qui riuniti sembrano concepiti per dare evidenza all’elemento sovrannaturale presente nelle nostre vite. Per questo l’atmosfera rurale che potrebbe collocarli temporalmente ora nel mezzo del Novecento, ora in un’epoca immobile anche precedente, ospita improvvise apparizioni perturbanti che trasportano in un senza-tempo: il tempo interiore e indecifrabile della nostra anima. I personaggi sfuggono allora al controllo del lettore per diventare presenze mitiche, e simboleggiare un preciso gesto: affrontare il mistero.

Mina non è un’anatra, né un’oca. È una via di mezzo. Vive rinchiusa nella soffitta di una vecchia signora, nell’ultimo paese in cima alla collina. Ha piume bianche, occhi neri cristallini e zampe palmate, come tutte le anatre e le oche. Tuttavia, il suo becco è affilato, orizzontale e appuntito come un cacciavite a croce. Per vederla, bisogna mettere un occhio nella serratura della porta e così scorgerete Mina in piedi immobile, il suo becco che luccica alla luce del sole, infilato nella fessura. Se il visitatore si fa notare, Mina gli va incontro. Lui, commosso dall’insolita bellezza di questa creatura, rimane con l’occhio incollato al buco della serratura e Mina, con il suo naso appuntito, penetra nei suoi occhi, poi nel cranio fino a tornare dove si trovava prima. Questo, dicono, è il prezzo che il forestiero curioso deve pagare in quanto visita il paese solo per pochi giorni per poi tornare alla vita quotidiana della città, ignorando la solitudine dei paesani, in quello che, per lui, è semplicemente parte di una piacevole pausa.
(Estratto da S.I., Mina e altri racconti)

Stathis Intzes è nato a Lárisa, in Grecia, nel 1986. È prosatore, poeta e dirige la casa editrice Enypnio, presso la quale ha pubblicato l’opera di alcuni poeti italiani. Vive ad Atene.

Ph. Lamantica Click