Descrizione

Nicola Vacca, Parole nel freddo della terra, dicembre 2015

La poesia di Nicola Vacca è lucida e sanguigna, sempre tesa all’essenziale, mai barocca né puramente letteraria, ha spesso l’afflato gnomico di una poesia popolare, sfigurata a tratti dall’inquietudine dell’uomo contemporaneo che ha visto finire davanti ai suoi occhi le certezze, perduto nella volgarità e nell’ambiguità della comunicazione. Il poeta cerca e trova altra incrollabile etica nella libertà di espressione di pensiero, libertà di smaltire la distanza della parola dalla cosa che deve rappresentare. Oltrepassato questo confine si affaccia a noi la verità della parola poetica, musicale, piana; sferzante nell’odio, dolcissima nell’amore.

I nomi e le cose
Dentro le parole
c’è la fatica di nominarle.
Abbandonarsi al nome
è invece l’anello mancante
che rende tutto poco vero.
Con le cose invece
dobbiamo fare l’amore
senza la schiavitù del possesso.
Dei nomi e delle cose
ha bisogno la poesia
che semina emozioni
nel cuore freddo dell’uomo.

(Parole nel freddo della terra, cit., p. 10)

Nicola Vacca è nato a Gioia del Colle nel 1963, laureato in giurisprudenza. È scrittore, opinionista, critico letterario, collabora alle pagine culturali di quotidiani e riviste. È redattore della rivista “Satisfiction”. Ha pubblicato diversi libri di poesia. Gli ultimi sono: Mattanza dell’incanto (prefazione di Gian Ruggero Manzoni, Marco Saya Edizioni, 2013), Luce nera (Marco Saya Edizioni, 2015). Nel 2014 è uscito Sguardi dal Novecento (Galaad Edizioni), un saggio sugli scrittori irregolari del Secolo Breve che ha fatto molto discutere. Svolge inoltre una intensa attività di operatore culturale, organizzando presentazioni ed eventi legati al mondo della poesia contemporanea.

Foto di Fabiana Zanola