Descrizione

Gian Ruggero Manzoni, Il Bestiario di Tebe, con 18 illustrazioni dell’Autore, Postfaz. G. Peli – 31 dicembre 2021

«Le immagini contenute in questo libro non sono puramente decorative, non vivono solo della loro necessità artistica o per “spiegare” le poesie, vivono (proprio come le poesie) in autonomia e ci fanno vedere, provocando uno shock, ciò che già sappiamo, che abbiamo già visto ma abbiamo voluto dimenticare. Rappresentano animali magici «più leggerî che nesun cervo», continuamente scomparsi e riapparsi, e non sappiamo, nei nostri battiti di ciglia (incessanti nella vita) se occuperanno quel brevissimo buio o se invaderanno i momenti di piena luce; ma dalla visione della nostra mente, in realtà, non se ne sono mai andati. Perciò possiamo continuare a guardare la nostra convenzionale realtà, mentre queste bestie tebane si sovrappongono ai nostri pensieri, sentimenti, vizi e virtù, a loro danno forma e nome; queste bestie pensano dentro di noi, diventano a noi contemporanee, portando in noi la loro storia millenaria. Probabilmente gettando una scintilla di divino nel nostro presente secolarizzato. E poi, Gian Ruggero, con la forza della poesia (che è fatta di parole e musica – ritmo, pulsazione, timbro) rimarca con precisione rituale le qualità di queste bestie, vecchie conoscenze, ne amplifica il potere svelato, scava nelle profondità del nostro spirito. È questo un testo che nasce impuro e coraggioso e il suo esito non può che essere un ibrido multidisciplinare, un libro che ci ricorda che siamo fatti soprattutto dei nostri sogni e che dobbiamo condividerli».
(Dalla Postfazione di Giovanni Peli)

Unicorno

Del montone hai la barba,
dell’antilope son le zampe posteriori,
ma come palafreno vieni appellato
dai maghi e dagli untori.
A te un solo apice acuto, in mezzo
alla fronte, per dirti Liocorno o Leocorno
in terra d’Oriente, oppure oltre i mondi del buio.
Volitivo e ferino, seppur timido e puro,
l’evangelista Luca ti riconobbe
quale Salvatore, nato da vergine
e solo da vergine, acconciato nella bianca
capigliatura.
Il tuo corno purga le acque, ed è antidoto
contro i veleni più atroci.
Elegante e soave, nel cuore dimora
il tuo e il nostro regno, nonché
tutta la saggia natura.
Al profano invece tu appari
nel pieno della virilità… per l’uso.

Fenice

Sei unica e di stirpe rara,
vermiglia e dorata, come un albero solare.
Quindi profumi al pari di una danzatrice
di Bharata Natyam, quel ballo indiano
che illumina il petto e accende le passioni.
Poi la fragranza dei cedri del Libano,
e questo ogni 500 anni, e i tuoi messaggi
di buona fortuna, o di mancata remissione
a ogni giudizio.
Quindi ti poni ancora sull’altare e,
tra i sarmenti di vite, ardi sino a sparire.
Ma ecco che, il giorno dopo, resusciti dalla tua
cenere, perché, nell’esistere, ogni morte
è comunque un principio, e, ogni inizio,
(al contrario)
sempre un epilogo, o, per meglio dire,
un impervio e misterioso
limite.
(Estratti da G.R.M., Il Bestiario di Tebe)

Gian Ruggero Manzoni, poeta, narratore, artista, è nato nel 1957 in Romagna. Nel 1983 è entrato nella redazione della rivista “Cervo Volante”, diretta da E. Sanguineti e A. Bonito Oliva. In quel periodo ha allacciato i primi contatti con gli artisti della Transavanguardia. Come poeta, teorico d’arte e pittore ha partecipato ai lavori della Biennale di Venezia negli anni 1984 e 1986. Sempre nel 1986 ha fondato la rivista d’arte e letteratura “Origini”. Nei primi anni ‘90 è divenuto uno dei responsabili delle pagine culturali della rivista “Risk – Arte Oggi”. Dal 1990 ha insegnato Storia dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino. Nel 2008 ha fondato la rivista “ALI”. Ha al suo attivo oltre 50 pubblicazioni e oltre 80 mostre pittoriche tenute in ambito nazionale e internazionale.

Foto Mario Martinazzi